La Società della Salute Amiata Senese e Val d’Orcia – Valdichiana Senese ha collaborato con Siena soccorso e Apar

Si è concluso il secondo anno del progetto “SMS – Supporto alla mobilità sociale” finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena sul bando “Mobilità solidale e servizi di prossimità 2019” presentato da Siena Soccorso (coordinamento delle Misericordie della provincia di Siena) e Apar (Associazione delle Pubbliche Assistenze Riunite) che si avvale della collaborazione della Società della Salute Amiata Senese e Val d’Orcia – Valdichiana Senese. Il progetto, giunto al termine della seconda di tre annualità previste, ha consentito di assicurare l’accesso a servizi e attività essenziali alle persone in condizioni di disabilità o disagio sociale, in carico ai servizi della Società della Salute.

“Il progetto – osserva Fabio Lusini, direttore dell’associazione di secondo livello delle Misericordie – ha reso possibile erogare servizi di trasporto sociale per libera mobilità ai soggetti fragili residenti nella zona, grazie allo sforzo delle Misericordie e Pubbliche Assistenze, con il contributo della Fondazione Mps. In totale sono stati effettuati quasi 700 interventi, con circa 35mila chilometri percorsi. Siamo stati in grado, tra l’altro, di assicurare il trasporto sociale ai giovani disabili che stanno sperimentando percorsi per l’autonomia all’interno dei ‘Dopo di noi’. La Fondazione Mps ha assicurato già il finanziamento di un’altra annualità, in modo da permettere la continuità delle azioni a favore dei fragili”.

Andrea Nuti, per le Pubbliche Assistenze senesi, nel sottolineare l’importanza dei numeri realizzati, aggiunge: “Al di là delle quantità, questi numeri dimostrano che, nonostante i tempi e il senso di comunità che cambiano, le Pubbliche Assistenze e le Misericordie e per primi i loro volontari confermano di essere ancora pronte a sostenere chiunque si trovi in stato di disagio o difficoltà. Le capacità di agire in rete tra loro e con le istituzioni, unite all’aiuto che la Fondazione Mps non manca mai di portare alle azioni in favore della popolazione, sono un patrimonio inestimabile che tutti noi dobbiamo avere l’attenzione e il dovere morale di salvaguardare e tramandare nel tempo”.

Roberto Pulcinelli, direttore della Società della Salute, evidenzia che “si tratta di un esempio di come la collaborazione e il coordinamento tra soggetti pubblici, privati e associazioni possa portare risultati eccellenti, innovativi ed essenziali. Questo progetto, grazie alla sensibilità della Fondazione Mps e alla disponibilità e alla competenza di Misericordie e Anpas della provincia di Siena, ha consentito di dare una risposta a persone con disabilità o con disagio sociale nei loro bisogni quotidiani e nelle loro attività essenziali. Non ha subìto interruzione nemmeno a causa dell’emergenza Covid, sebbene la minore possibilità di accesso ai servizi da parte degli utenti abbia determinato un rallentamento, e questo è un ulteriore valore assicurato dalla Fondazione e dalle associazioni che hanno ancora dimostrato, se ce ne fosse bisogno, la loro dinamicità e la loro capacità di adattamento a qualsiasi situazione. Questi sono valori di cui la Società della Salute, nel suo ruolo di pianificazione dei servizi sociali e sanitari territoriali, dovrà tener conto mediante l’applicazione delle recenti norme attuative del Codice del Terzo Settore, che indicano le attività di co-programmazione e co-progettazione come strumenti innovativi di intervento”.

“Aver portato felicemente a termine anche la seconda annualità del progetto – afferma Michele Angiolini, sindaco di Montepulciano e presidente della Società della Salute – è motivo di compiacimento e di grande soddisfazione per le istituzioni del territorio. È l’ennesima conferma che, quando le progettualità sono concrete e chiaramente condivise, la collaborazione tra pubblico, privato e associazioni può portare a risultati non solo eccellenti ma anche innovativi in aree, come questa, considerate essenziali. Aver poi rivolto la propria attenzione e il proprio impegno verso soggetti fragili, persone che più delle altre hanno sofferto il lockdown e ancora soffrono per gli effetti della pandemia, rende l’opera svolta ancor più meritoria e degna della riconoscenza del territorio”.